Sono alla frutta. Ma comunque innamorata della vita. Sono da cinque anni in prima linea a combattere (sapendo di avere già perso) con l'Alzheimer di mia madre, mancata nel luglio scorso devastata nella mente come nel corpo, e con lo stesso morbo diagnosticato a mio padre nell'agosto 2008, lui ancora in vita (vita? si puo' chiamare così?). Ogni giorno gli viene rubato un pezzetto di dignità. Come successe con la mamma ogni giorno dipende un po' di più da me. E io dal marzo 2005 sto assistendo all'annientamento che ha portato e porterà inevitabilmente alla distruzione dei miei genitori. Dolore puro, lancinante, straziante. A volte mi pare di non farcela. Nel contempo sono certa che ce la farò ad accompagnare anche lui, tenendolo per mano, carezzandolo e con il sorriso fino alla fine dei suoi giorni, sola, perchè la strada del dolore la percorri da solo e così mi sento, anche se circondata da persone che mi vogliono bene.
Sono convinta che la vita presenti a ciascuno delle occasioni per diventare migliore, a volte il prezzo è alto, altissimo, ma se si è in grado di coglierle si puo' cambiare al punto da vivere una vita colma di senso, di amore, di rispetto per sé, per gli altri e per la vita stessa.